vigile

s. m. chi è addetto a spegnere incendi.
1851 [DELIN 1879 (TB) "chi appartiene a specifici corpi di guardia"]
- Antonio Bresciani, L'ebreo di Verona, in "La civiltà cattolica", vol. VII, 1851, Appendice V, p. 466 [ed. 1852: vol. IV, pp. 238-239]: "E fattisi a pié di quell'altissima e levigatissima guglia del popolo [l'albero della libertà repubblicana] tentar di salirle. Ma invano, ché non potendola abbracciare, né avendo ove aggrappar colle mani, o puntar co' piedi, si dovette ricorrere ai Vigili per gl'incendi, i quali, destrissimi come sono, aggiugnendo scale a scale, e gittando corde a ganci, e formandone le lunghe tratte con puntoni, pervennero alla cima".
Cfr. Sanzio Balducci, Retrodatazioni lessicali italiane, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2002.
Cfr. TB IV, 1836: "Anc'oggi a Roma chiamano Vigili le Guardie del fuoco; quelle che in Firenze, men bene, i Pompieri".
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Scheda di redazione - 30/11/2021