vermut
s. m. (fr. vermouth, dal ted. Wermut ‘assenzio’, di orig. germ., enol.) vino liquoroso ad alta gradazione alcolica aromatizzato con erbe e droghe, che si beve spec. come aperitivo ed entra nella composizione di molti cocktail.
1850
[DELIN 1879 (TB)]
- Antonio Bresciani,
L'ebreo di Verona, in "La civiltà cattolica", vol. I, 1850, cap. V, p. 41 [ed. 1852, vol. I, p. 89]: "E tutto finirà in due crostini con una mano di burro e sopravi un'alicetta trinciata, da bere a ciantellini una tazza di vermut".
Cfr. Sanzio Balducci, Retrodatazioni lessicali italiane, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2002. DELIN e GRADITe 1773 (G. C. VIllifranchi) nella forma wermuth. Cfr. anche Tullio Telmon, Torino da bere. Qualche piccola esplorazione in prospettiva geoetnoetimologica, in Parole da gustare. Consuetudini alimentari e saperi linguistici. Atti del Convegno "Di mestiere faccio il linguista". Percorsi di ricerca (Palermo-Castelbuono, 4-6 maggio 2006), a cura di Marina Castiglione e Giuliano Rizzo, Palermo, Centro studi filologici e linguistici siciliani; Dipartimento di scienze filologiche e linguistiche, Università di Palermo, 2007, p. 382 ss.
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Scheda di redazione - 22/02/2021