verecondo
1
s. m. chi teme di essere biasimato per non essersi adoperato (con riferimento a una virtù civile).
ca. 1346
[DELIN e GRADITe av. 1406]
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Chiose a Valerio Massimo, 1346 ca. (tosc.): "Adunque in questa maniera l'auttore non parla de la vergogna, ma prendela per uno timore di ripreensione per lo quale temeano gl'antichi se male guidavano la republica. Onde vergogna è uno timore in sua ingloriatione perveniente di sozza cosa a sé possibile in essere. E secondo questo si può dire virtuoso il verecundo, in quanto teme ch'egli non faccia virtuosamente, la qual cosa ebbono li predetti Romani: però che, temendo vergogna di malvagio governamento, sommamente bene guidavano la republica".
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Scheda di redazione - TLIO - 30/11/2021
2
agg. che rifugge da ciò che è sconveniente od offende il pudore.
1385-95
[DELIN e GRADITe av. 1406]
- Francesco di Bartolo da Buti,
Commento al Purgatorio, 1385-95 (pis.): "li occhi sono lo maggior segno che sia de la castità de le donne, quando stanno calati e verecundi..."
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