stamparsi

v. pronom. intr. restare impresso.
1834 [DELIN 1965]
- Walter Scott [trad. it. Gaetano Barbieri], Le avventure di Nigel, to. II, Napoli, Marotta e Vanspandoch, 1834, p. 238: "E che cos’ha questo Lord scozzese per essersi stampato con tanta forza nella vostra fantasia".
- Italo SVEVO, La coscienza di Zeno, 1923, cap. V: "Guido eppoi perché fui colpito nello stesso tempo dall'espressione d'impazienza iraconda che si stampò sulla faccia di Ada". Cfr. Biasci 2012.
Cfr. Michele A. Cortelazzo, Retrodatazioni al "DELI" da traduzioni letterarie ottocentesche, in "Studi di lessicografia italiana", vol. XXXIX, 2022, pp. 247-312.
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Michele A. Cortelazzo - Accademia della Crusca - 21/04/2023