- Emilio SALGARI,
Il corsaro nero, 1898, cap. XXII: "Si vedevano stormi di beccaccini, di anhinga, volatili che hanno il collo tanto lungo e sottile che fece dare loro il nome di uccelli serpenti, la testa piccolissima, il becco diritto ed acuto e le penne setose a riflessi d'argento". Cfr. Biasci 2012.