scappucciare

v. tr. impazzire.
1536 [GRADIT av. 1584]
- Pietro ARETINO, Dialogo, 1536: "fà che tu sia la Sapienza Capranica in fare scappucciar Salamone. E ho di buon luogo che non ci sono le più insalate pazzie di quelle che alla fine fanno i savi non amando".
Cfr. Luigi Matt, Sulle prime attestazioni dei vocaboli nei dizionari, in "Studi linguistici italiani", vol. XXVIII, f. 2, 2002, pp. 272-297.
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Scheda di redazione - Firenze, Liceo Machiavelli - 05/09/2018
supervisore Francesca Cialdini - UniFI