loc. s. m. il saluto fascista, con la mano allungata, tesa in alto.
1926
[GRADITe]
- Margherita G. Sarfatti,
Dux, Milano, Mondadori, 1926, p. 244: "Dall'abitudine del Mussolini, di salutare con la mano, agitandola, credo risorgesse nella memoria, non come arcaismo, involontariamente, il saluto romano, eseguito con la destra anziché la sinistra, militarmente, a testa alta".
Cfr. Sanzio Balducci, Retrodatazioni lessicali italiane, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2002.
Sull'adozione del saluto romano (gesto rituale che Mussolini deriva probabilmente da G. D'Annunzio) nelle scuole cfr. "Bollettino ufficiale del Ministero della pubblica
istruzione", a. L, n. 47, 1°
novembre 1923, pt. I, Leggi, regolamenti e disposizioni generali, p. 4055, Circolare ministeriale n. 90 del 26 ottobre 1923, Saluto alla Bandiera; l’obbligo del saluto romano-fascista nei rapporti tra inferiori e superiori venne introdotto nelle scuole di ogni ordine e
grado con la circolare ministeriale n. 1 del 2 gennaio 1926, Saluto romano fascista nelle scuole, in "Bollettino ufficiale del Ministero
della pubblica istruzione", a. LIII, n. 1, 5 gennaio 1926, pt. I, Leggi, regolamenti e disposizioni generali, pp. 37-38. Tale obbligo era già in
vigore nelle pubbliche amministrazioni dal dicembre 1925, cfr. "Bollettino ufficiale del Ministero dei lavori pubblici", a. XXVI, n. 34, 1° dicembre 1925, pt. I, Leggi, decreti e regolamenti, p. 3130, Circolare del 29 novembre 1925.
Sulla costruzione del regime fascista e il suo apparato cfr., fra l'altro, Simonetta Falasca Zamponi, Lo spettacolo del Fascismo, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2003, cap. La politica dei simboli; Carlo Galeotti, Saluto al Duce! I catechismi del Balilla e della Piccola italiana, Roma, Gremese, 2001.
---
Scheda di redazione - 11/01/2022