puntiglio
s. m. ostinazione di chi sostiene qualcosa solo per orgoglio o per partito preso.
1555
[DELIN e GRADITe av. 1556 (G. Della Casa)]
- Antonio Scaino,
Trattato del giuoco della palla, in Vinegia, appresso Gabriel Giolito de' Ferrari et fratelli, 1555 [si cita dall'ed. a cura di Giorgio Nonni, Urbino, QuattroVenti, 2000, p. 41]: "Ora, illustrissimo Prencipe, voltarò il mio parlare al puntiglio ch'occorse giuocando a Vostra Eccellenza, dal quale contra ogni mio pensiero ha avuto origine la presente operetta".
Cfr. Sanzio Balducci, Retrodatazioni lessicali italiane, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2002, s.v.: qui puntiglio è 'argomento di forte discussione e di contesa'.
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Scheda di redazione - 25/11/2020