pizzo

s. m. (gerg.) somma estorta da organizzazioni mafiose a commercianti, imprenditori e sim.
1885 [Cortelazzo-Cardinale 1958]
- Giuseppe Rizzotto, I mafiusi. Commedia in tre atti, trad. it., Roma, E. Perino, 1885, rist. Gaspare Mosca, G. Rizzotto, I mafiusi. Commedia in quattro atti, in Teatro verista siciliano, a cura di A. Barbina, Bologna, Cappelli, 1970, pp. 52-139, atto II, scena ottava, pp. 78-79: "[Gioachino] Non mi fate l'allocco. Voi dovete pagar la lampa. [Minicu] E che l'ho rotta io la lampa? [Gioachino] Dovete pagare il pizzo! [Minicu] Pizzo! Non capisco. [Gioachino] Adesso vi fo capire io. Qui dentro vi è un costume: chiunque viene deve pagare una somma per la lampa che si accende la notte e per il posto dove deve dormire".
Cfr. Salvatore C. Sgroi, Perché "pagare il pizzo"?, in "Archivio glottologico italiano", LXXIX, 1994, pp. 200-233 (cit. anche in D'Achille 2012: 118). L'autore ripercorre la diffusione in italiano del regionalismo pizzo e delle locuzioni legate al termine.
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Scheda di redazione - 20/02/2023