- Gabriele D'ANNUNZIO,
Il trionfo della morte, 1894, libro V: "metteva i piedi nudi su la ghiaia scottante, mantenendoveli sin che fosse per lei sostenibile l'ardore; e poi così caldi li ruffava nell'acqua blanda che lambiva la ghiaia. E in quella duplice sensazione ella pareva gustare una voluttà infinita, obliosamente". Cfr. Biasci 2012.