neodialettale
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s. m. e agg. (ling.) chi, che ripropone l'uso del dialetto.
1955
- Francesco Leonetti,
[recensione a] "Letteratura. Rivista di lettere e di arte contemporanea", Firenze-Roma, n. 1, gennaio 1953-, in "Officina", 1955, p. 110: "E dunque, in particolare per la poesia, vi si trovano i neodialettali tanto interessanti quanto non compromettenti, almeno qui nelle loro prove piuttosto preziose, e date con un certo ritardo".
Cfr. Paolo D'Achille, Le datazioni del termine "dialetto" e di alcuni suoi derivati, in Laboratorio di ArchiDATA 2020. Retrodatazioni lessicali: storia di cose e di parole, a cura di Ludovica Maconi, Firenze, Accademia della Crusca, 2020, pp. 41-59.
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Paolo D'Achille - UniRoma3 e Accademia della Crusca - 02/04/2023
2
agg. (ling.) relativo a un dialetto che presenta tratti innovativi.
1970
- Cesare Colombo (a cura di),
Tra sogno e bisogno: 306 fotografie sull’evoluzione dei consumi in Italia 1940-1986, Milano, Coop-Longanesi, 1986, p. 253: "Il Cucchiaio d'argento mantiene una linea equidistante, sia dalle formulazioni strettamente locali dei menù, sia dallo stile internazionale. Riflette i problemi domestici da vicino, passa a lato dell'altra corrente, folk e neo-dialettale, promossa dal volume di Anna Gosetti Della Salda".
Cfr. Paolo D'Achille, Le datazioni del termine "dialetto" e di alcuni suoi derivati, in Laboratorio di ArchiDATA 2020. Retrodatazioni lessicali: storia di cose e di parole, a cura di Ludovica Maconi, Firenze, Accademia della Crusca, 2020, pp. 41-59.
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Paolo D'Achille - UniRoma3 e Accademia della Crusca - 02/04/2023