kurdo
agg. e s. m. dall'arabo kurd, (etnol.) relativo al popolo curdo; abitante del Curdistan; (ling.) la lingua curda.
1787
[DEI sec. XIX e GRADITe 1830 nella forma "curdo"]
- Lorenzo Hervás y Panduro,
Saggio pratico delle lingue con prolegomeni, e una raccolta di orazioni dominicali in più di trecento lingue, e dialetti, in cui si dimostra l'infusione del primo idioma dell'uman genere, e la confusione delle lingue in esso poi succeduta [...], Cesena, per Gregorio Biasini all'Insegna di Pallade, 1787, p. 157: "La lingua Kurda è un miscuglio dell'Araba, e della Persiana, e partecipa più di questa. I Cristiani Kurdi fra loro parlano Caldeo, ma Kurdo co' Maomettani. Le donne Cristiane soltanto sanno il Caldeo. [...] Il Persiano, ed il Kurdo differiscono poco più, che lo Spagnuolo, ed il Portoghese. Il mentovato P. Garzoni ha pubblicato nel presente anno 1787, Gramatica, e Vocabolario della lingua Kurda stampati nel Collegio di Propaganda".
Cfr. Sanzio Balducci, Retrodatazioni lessicali italiane, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2002.
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Scheda di redazione - 29/10/2020