impriapito
agg. rigido come le statue falliche.
1878
[GRADIT av. 1910]
- Carlo Dossi,
La desinenza in A, si cita da Id., Opere, a cura di D. Isella, Milano, Adelphi, 1995, p. 895: "[...] a tale odore, i capelli mi si drizzàrono impriapiti e mi trovài sbottonato".
Isella registra il verbo come forma propria di Dossi (cfr. D. Isella, La lingua e lo stile di Carlo Dossi, Milano-Napoli, Ricciardi, 1958, p. 132).
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Ludovica Maconi - UniUPO - 14/07/2017