imbratto
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s. m. cibo che si dà al maiale nel trogolo.
av. 1326
[DELIN sec. XV, GRADIT av. 1400]
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Il volgarizzamento B del secondo libro [di Valerio Massimo] secondo Vat e FL/3, av. 1326 (fior.): "Mola era uno imbratto che si facea di farina e d'acqua e di sale e spargevasi tra le corna degl'animali quando si faceano li sacrifici e davasi beccare a' polli, quando si prendeano gl'agurii dal canto de' polli; e cotale cibo spesso usavano quelli semplici Romani".
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s. m. (spreg.) scritto o dipinto di nessun pregio.
fine sec. XIV
[DELIN e GRADIT av. 1400]
- Franco Sacchetti,
Il Trecentonovelle, fine sec. XIV (fior.): "Venuto il palvese, e quel gentiluomo per procuratore il comincia a guardare, e dice a Giotto: - O che imbratto è questo, che tu m' hai dipinto? - Disse Giotto: - E' ti parrà ben imbratto al pagare".
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