gros

s. m. qualità di seta pesante.
1813 [GRADIT 1892, DELIN e GRADIT "gros-grain" 1935 (Panzini)]
- "Corriere delle Dame", Milano, 2 ottobre 1813, p. 319: "Dopo i cappelli di paglia si veggono de' cuffiotti di amuer (gros de Naples) turchin carico, ornati di margarite bleu".
- "Corriere delle Dame", Milano, 7 febbraio 1818, pp. 49-50: "La figurina [...] è vestita con doglietta di gros-de-Naples color rosa".
- "Corriere delle Dame", Milano, 7 giugno 1823, p. 184: "Alcuni cappellini hanno il cucuzzolo di gros d'estate e l'ala di paglia d'Italia".
- "Corriere delle Dame", Milano, 5 febbraio 1834, p. 55: "Si osservarono [...] varie redingotes di velluto, di raso d'Algeri, o di gros d'hiver, che è o dev'essere un gros di Napoli o delle Indie".
- "Corriere delle Dame", Milano, 8 giugno 1859, pp. 177-178: "Stoffe distinte e di lungo uso sono le seterie liscie, vellutate, scannellate à gros grain [...]. Mantello a pellegrina di stoffa di seta pesante o di taffettà o gros grain".
- Carlo DOSSI, La desinenza in A, 1878, si cita da Id., Opere, a cura di D. Isella, Milano, Adelphi, 1995, p. 703: "[...] quella brutta Honorine non ti ha ancora portato l'abituccio di gala. Hai, è vero il gros lilla, hai la faille rosa, hai la moire mauve, ma li hai messi già tutti". Cfr. Maconi 2014.
Cfr. G. Sergio, Parole di moda. Il "Corriere delle Dame" e il lessico della moda nell'Ottocento, Milano, Franco Angeli, 2010.
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Scheda di redazione - 21/06/2018