graal

s. m. secondo la leggenda, calice usato nell'ultima cena, nel quale Giuseppe d'Arimatea raccolse il sangue di Gesù crocifisso, considerato a partire dal X sec. come introvabile reliquia dotata di molteplici virtù soprannaturali.
1883 [GRADIT 1892]
- Matilde SERAO, Fantasia, 1883, parte II: "quella carta bianca, quel vuoto che solo ella conosceva, la faceva pensare all'amante sconosciuto, al mistico cavaliere del San-Graal, al biondo Lohengrin che Elsa non seppe amare, ma che ella avrebbe saputo trattenere".
Cfr. G. Biasci, Nuove retrodatazioni da testi letterari otto-novecenteschi, Roma, Aracne, 2012.
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Scheda di redazione - UniUPO - 24/06/2020