- Jacques Savary des Bruslons, Philemon Louis Savary,
Dizionario di commercio dei signori fratelli Savary, tomo I, Venezia, Giambattista Pasquali, 1770, p. 402: "Di queste 4 droghe ben macinate fra due pietre, e mescolate a dovere insieme con una data proporzione, componevano quei barbari una specie di pane, che serviva ugualmente di nutrimento solido, e di bevanda, mangiandolo asciutto quando avevan fame, e stemperandolo nell’acqua calda, quando avevano sete, stimandolo ugualmente nutrativo quando adopervanlo in pasta, che dissetante allorchè l’usavano per bevanda”.
- Giulia FERRARIS TAMBURINI,
Come posso mangiar bene?, Milano, Hoepli, 1913, p. 356: “Checchè ne sia, è una bibita piacevole, dissetante, profumata e colorita con un po' di cocciniglia”.
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Scheda di redazione - 05/04/2022