disdorare

v. tr. disonorare.
1599 [GRADITe av. 1638]
- Gabriello Chiabrera, Scherzi e canzonette morali, in Genova, appresso Giuseppe Pavoni, 1599, libro II, XLII (7): "Bella guancia, che disdori / gli almi onori, / che sul viso ha l'alma Aurora, / onde il pregio ad ogni volto / ella ha tolto, / che sul cielo oggi s'onora".
Cfr. Sanzio Balducci, Retrodatazioni lessicali italiane, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2002. Ed. di riferimento: G. Chiabrera, Maniere, Scherzi e Canzonette morali, a cura di Giulia Raboni, Milano - Parma, Fondazione Pietro Bembo - Ugo Guanda Editore, 1998. Balducci cita da A. Cerquetti, Studj lessicografici e filologici, Forlì, F. Marinelli editore, 1868, s.v. disdoro: "Secondo il Betti, non sarebbe forse dispiaciuta questa voce [disdoro] al Chiabrera che usò il verbo Disdorare".
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Scheda di redazione - 01/03/2021