di bello

loc. agg. con valore neutro, ricorre in varie locuzioni, in cui la parola non ha significato proprio e serve soprattutto a sottolineare l'affettuosità o la cortesia della domanda; di nuovo, di interessante.
1754 [GDLI 1842 (A. Manzoni)]
- Carlo Goldoni, De gustibus non est disputandum. Dramma giocoso per musica da rappresentarsi nel Teatro Tron di S. Cassiano il carnovale dell'anno 1754, Venezia, per Modesto Fenzo, 1754, I, 1: "Che si canta di bello?".
Cfr. Fabio Rossi, L'italiano (buffo) pregoldoniano: tra "Umgangssprache" e "Bühnensprache", con oltre cento retrodatazioni, in "Studi di lessicografia italiana", vol. XXXVIII, 2021, pp. 173-219.
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Scheda di redazione - 10/04/2022