cospetto
s. m. presenza, vista; inter. esclamazione di meraviglia o sdegno.
1734
[DELIN e GRADITe 1761 (C. Goldoni)]
- Tommaso Mariani,
Chi dell'altrui si veste presto si spoglia. Comedia da rappresentarsi nel Teatro de' Fiorentini nell'inverno del corrente anno 1734, Napoli, a spese di Nicola di Biase, 1734, I, 9: "Cospetto del Dimonio / signora Sponsia mia / parete una Crepatra".
- Carlo Goldoni,
L'ippocondriaco. Intermezzo in musica da rappresentarsi nel teatro Grimani di San Samuel l’autunno dell'anno 1735, Venezia, [s.n.], 1735, I: "Cospetto, cospetto! / raffrena l'orgoglio".
- Gennaro Antonio Federico,
La Beatrice. Commedia per musica da rappresentarsi nel Teatro nuovo di sopra Toledo nel Carnovale di quest'anno 1740, Napoli, a spese di Nicola di Biase, 1740, I, 7: : "Io son Conte davvero: / cospetto! Ed oltre a ciò gioco le mani, / e le gioco in maniera, / che fo da tutti rispettarmi".
Cfr. Fabio Rossi, L'italiano (buffo) pregoldoniano: tra "Umgangssprache" e "Bühnensprache", con oltre cento retrodatazioni, in "Studi di lessicografia italiana", vol. XXXVIII, 2021, pp. 173-219.
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Scheda di redazione - 10/04/2022