comunista

s. m. colui che nel Cinquecento afferma di scegliere come lingua italiana la lingua comune e cortigiana.
1929
- Filippo Ermini, La lingua e la letteratura italiana. Nozioni critiche ad uso delle scuole medie superiori, Torino, Società editrice internazionale, 1929, p. 69: "[...] la norma della lingua scritta doveva esser l'uso vivente comune a tutti e che questa doveva dirsi non toscana, ma italiana, comune e cortigiana [...]. Contro i comunisti o italianisti [...] si schierarono i toscanisti".
Cfr. Sanzio Balducci, Retrodatazioni lessicali italiane, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2002.
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Scheda di redazione - 11/12/2021