capomafia
s. m. chi dirige un'organizzazione mafiosa ed occupa un posto di rilievo al suo interno.
1914
[GRADIT 1957]
- Federico De Maria,
Gli eredi, in "La Nuova Antologia di lettere scienze ed arti", vol. CCLVI, p. 54: "Lo zio assessore, rinomato capo-mafia negli anni giovanili, manutengolo di latitanti e di camorristi, s'era tirato su a furia di loschi espedienti, fino a conquistare una certa posizione rispettabile e un cavalierato". [capo-mafia]
Cfr. S. C. Sgroi, Ramificazioni (e retrodatazioni) mafiose: la "mafia" in "Google", in "Studi di lessicografia italiana", vol. XXX, 2013, pp. 273-289: in questo articolo, Sgroi analizza la ricchezza e la vitalità del paradigma derivazionale di mafia, in siciliano e in italiano; per ogni voce propone un aggiornamento e, se possibile, una retrodatazione.
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Scheda di redazione - 23/09/2018