bruneggiare

v. intr. tendere al bruno.
1568 [DELIN e GRADITe 1865 (TB)]
- Pietro Andrea Mattioli, I discorsi di m. Pietro Andrea Matthioli sanese, medico cesareo, et del serenissimo principe Ferdinando archiduca d'Austria & c. nelli sei libri di Pedacio Dioscoride Anazarbeo della materia medicinale, hora di nuovo dal suo istesso autore ricorretti, et in più di mille luoghi aumentati, in Venetia, appresso Vincenzo Valgrisi, 1568, libro I, p. 170: "Ha i rami legnosi che nel rosso bruneggiano, vencidi et arrendevoli".
Cfr. Sanzio Balducci, Retrodatazioni lessicali italiane, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2002. Balducci cita da Alfonso Cerquetti, Studj lessicografici e filologici, Forlì, F. Marinelli editore, 1868, s.v. "Bruneggiare. Tendere al bruno. Sull'analogia di Nereggiare e simili. Il Manuzzi, il Fanfani, la Crusca e altri, nol danno. Lo dà ora il Tommaseo, ma nol conforta di esempio. Eccone di classico. 'Ha i rami legnosi che nel rosso bruneggiano'. Mattioli, Disc. Diosc. 170. (Venezia, 1604)".
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Scheda di redazione - 03/03/2021